Già ci eravamo accorti nelle collezioni autunno/inverno 2015-16 di un nuovo trend nostalgia che esploderà durante la prossima primavera: le maison di moda più blasonate riportano in auge il logo. Simbolo un tantino dimenticato in questi ultimi anni e messo all’angolo come rappresentazione di ostentazione di ricchezza da parte di chi lo indossava, ora il logo ritorna con prepotenza sulle passerelle, soprattutto per quanto riguarda le borse.
Le logo bags faranno perciò di nuovo parlare di loro, anche in occasione di una rivisitazione del passato. È il caso di maison Louis Vuitton, che con il cambio al timone creativo (passato da Marc Jacobs a Nicholas Ghesquière) ha rispolverato il mitico monogram, dimenticando il minimalismo degli anni 2000 e rifugiandosi nel confortevole ricordo dei Seventies, quando il fenomeno logo bags esplodeva. Stessa tendenza anche per casa Gucci, per la quale proprio nel 1970 il logo si fa protagonista (con la comparsa degli angoli metallici sulle borse) e che proprio la scorsa estate ha “rispolverato” la tote bag in paglia e pelle, con logo in vista e manici di bambù, che piaceva tanto anche a Liz Taylor.
Il ritorno del monogram ed in generale delle logo bags segue però oggi due filoni: da una parte il vintage nudo e crudo, con borse che si rifanno totalmente al mood del passato; dall’altra una reinterpretazione in chiave moderna del logo su nuovi tessuti o stravolgendone le forme (come fa proprio Louis Vuitton nella collezione spring summer 2016). Non ci sarebbe da meravigliarsi allora se anche Dior e Fendi in futuro seguissero lo stesso trend.
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Proprio no, le hanno tutti, vere o false. Preferisco quelle con il logo nascosto, meno ostentazione e più classe.