Logo o no logo? Le ultime tendenze in fatto di It Bags parlano chiaro: la prossima stagione sarà votata ad una riscoperta dei marchi dei principali brand del lusso che campeggeranno fieramente su tessuti e pellami.
Un trend, quello di sfoggiare borse super brandizzate, figlio dell’inizio del nuovo Millennio, quando loghi e simboli tipografici erano la fantasia più in voga per arricchire la propria bag.
Negli anni molto è cambiato ed il fenomeno di marchiatura ha invertito il suo senso di marcia: linee pulite, low profile e niente loghi in vista, sono state le parole chiave utilizzate come spartiacque tra l’essere chic e l’essere cheap. I clienti più sofisticati, infatti, hanno dimostrato maggior interesse verso modelli discreti e sussurrati, senza eccessi grafici, per mantenere elevata la percezione di status.
Ma la moda, si sa, cambia spesso idea e, prima lievemente con qualche accenno da parte di brand votati alla sovraesposizione del logo come Louis Vuitton, e poi in maniera più diffusa, i marchi hanno ricominciato a fare capolino su tote, handbag e shoulder bag, fino a ritornare grandi protagonisti di stile.
Non più solo fantasie create da un mix di loghi, comunemente definite monogram, ma anche loghi stand alone di grandi dimensioni che occupano intere facciate delle borse: DKNY, Chanel, Balenciaga, Gucci e Kenzo, sono solo alcuni dei brand che hanno riscoperto il piacere di mostrarsi in vetrina, attirando l’attenzione dei tanti consumatori ambiziosi ed aspirazionali, che non vogliono passare inosservati.
Una tendenza che piacerà molto ai consumatori di fascia media, alla ricerca di un accessorio che sappia subito comunicare il proprio valore, ma che forse troverà resistenza presso i fedelissimi dell’high luxury, abituati alle logiche più sobrie dell’understatement.
Sono interessata, ma perché non figura mai il prezzo?